Sarà che da genitori di bimbi ci si confronta con testi canori di un certo spesso artistico (!); tuttavia questa mattina riecheggiava nella mia testa un brano, a tutti noto, dei versi degli animali e che si è abbinato in maniera involontaria ma aderente alla tematica del whistleblowing!

Già perché la situazione che coinvolge questo importante istituto è alquanto singolare. Disciplinato dalla L. n. 179/2017 per il settore pubblico e privato, negli anni ha dimostrato talune criticità operative e di sistema che ben potrebbero essere superate con un intervento legislativo. Peraltro questo stesso intervento è richiesto all’ordinamento nazionale stante la necessità di recepire la direttiva europea 2019/1937.

Sul punto, durante un interessante question time del 16 febbraio 2022, si è appreso, grazie all’intervento della deputata Francesca Businar, come applicando il “whistleblowing in tutti gli Stati dell’Unione europea, nel solo settore pubblico, si otterrebbe un risparmio di 120 miliardi/annui che corrispondono all’1% del PIL europeo”.

La Ministra della Giustizia, Prof.ssa Marta Cartabia, anch’essa coinvolta nel question time, nel riconoscere il ritardo del recepimento (la scadenza era infatti fissata al dicembre 2021), rassicurava gli uditori rispetto alla copertura nel nostro ordinamento dell’istituto (sia nel pubblico che nel privato) e aggiungeva che per il recepimento della direttiva ci si sarebbe collegati alla delega al Governo per il recepimento delle direttive europee, già approvata dalla Camera, lo scorso 16 dicembre 2021, e trasmessa al Senato dove, alla data del 18 maggio 2022, risulta essere ancora “in corso di esame in commissione”.  

Ciononostante, avviata l’ennesima procedura di infrazione per mancato recepimento e trascorsi ulteriori mesi, del citato recepimento non vi è traccia. Eppure non vi è ormai chi non riconosca l’importanza dell’istituto e la sua capacità di rompere gli schemi e far emergere condotte illecite. La cronaca giudiziaria ci restituisce riscontri positivi rispetto all’utilizzo del flusso informativo che tuttavia meriterebbe riflessioni. Dai più noti casi di whistleblowing apprendiamo infatti come le tutele per il segnalante debbano essere rafforzate: il segnalate, malgrado la riservatezza richiesta dalla normativa, si trova a subire dei provvedimenti ritorsivi, riconosciuti come tali solo dopo anni di contenzioso. Appare dunque opportuno anticipare talune forme di tutela e rafforzare il senso di protezione. 

Ancora, l’attuale sistema è fortemente discriminatorio poiché applicato, nel versante privato, solamente ai dipendenti di società dotate del modello231, con un perimetro di azione anch’esso limitato dalle violazioni del modello o da fatti di reato potenzialmente idonei a fondare una responsabilità 231. Rimarrebbero esclusi, dunque, i tanti dipendenti di società prive di un modello231 e le tante fattispecie di reato non inserite nel catalago231 ma parimenti meritevoli di tutela. Sul punto la direttiva non lega l’istituto a forme di compliance interna (es. il modello231), bensì utilizza il diverso criterio quantitativo delle risorse umane impegnate all’interno disuna società (nel numero di 50 dipendenti).

Ancora, ci si potrebbe spingere oltre, dimostrare una forte sensibilità istituzionale e prevedere forme di riconoscimento premiale per il whistleblower la cui segnalazione abbia generato effetti positivi per la collettività (si pensi alle tematiche trasversali della tutela dell’ambiente, al pagamento delle imposte, dei reati contro la PA, etc.). Sarebbe parimenti importante prevedere forme di informazione/formazione per la società civile e di divulgazione dell’istituto tali da farne comprendere le potenzialità, le tutele e cercare di superare quell’accezione negativa di whistleblower inteso come lo ‘spione di turno’.     

In definitiva, sarebbe un errore sottovalutare questa opportunità offerta dal recepimento della direttiva e considerarla un mero adempimento normativo. Occorrerebbe, all’opposto, tornare sul tema con spirito critico per valorizzare ciò che c’è di positivo e novellare le criticità. 

La nostra Associazione, anche per questa tematica, offre la propria disponibilità a interloquire con le istituzioni di competenza e offrire loro il proprio bagaglio esperienziale, certamente utile al mondo della politica spesso a digiuno delle dinamiche organizzative e operative degli ‘enti’.        

Link: 

Question time https://www.youtube.com/watch?v=ru_eaSaqhHA 

Atto Senato n. 2481 https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/54655.htm 

Atto Camera 3208 https://www.camera.it/leg18/126?pdl=3208-A