Con la pronuncia in commento (Cass. pen. sez. IV, 12 giugno 2024, n. 26293), la quarta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione è intervenuta per ribadire – e ulteriormente circoscrivere – gli approdi ermeneutici raggiunti dalle Sezioni Unite nel noto caso “ThyssenKrupp”.
Ci si riferisce, segnatamente, alla perimetrazione del criterio oggettivo (dell’interesse o del vantaggio) che consente di traghettare il giudizio di responsabilità, per il reato commesso dalla persona fisica, in capo all’Ente.
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